Miuccia&Donatella. Benvenuta "Fashion-Fusion"
- Massimo Porcelli
- 15 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 4 giorni fa

Avete presente quelle coppie improbabili delle commedie di Woody Allen? Da sempre Miuccia Prada e Donatella Versaceerano un po' le Alvy Singer e Annie Hall della moda, il sacro e il profano, il minimal e il maximal, l'intellettuale e la popstar, il dio e la nemesi dell'universo mondo del lusso. Poi la notizia bomba: Prada Group (che già detiene MiuMiu, Church's, Luna Rossa e persino Marchesi, la pasticceria delle sciure milanesi) annuncia l'acquisizione di Versace per 1,25 miliardi di euro. La reazione è stata unanime: stupore, incredulità, qualche svenimento, una pioggia di meme e un’ondata di commenti che hanno fatto impazzire il fashion Internet. C'è chi grida al sacrilegio, chi parla di “fine di un’era” e chi, più pragmaticamente, si chiede... come faranno a stare insieme nella stessa stanza?
Eppure, un segnale c’era stato: alla fine della Milano Fashion Week, Donatella ha lasciato (dopo 28 anni) la direzione creativa del brand fondato dai suoi fratelli nel '78 e salutato l'arrivo (strategico?) di Dario Vitale che, dopo una lunga esperienza in MiuMiu, approda nella casa della Medusa.
Ma, a parte questo, nessuno pensava che Prada e Versace facessero amicizia e, soprattutto, mettessero a segno uno dei colpi di scena più cinematografici nella storia della moda, e non solo italiana.
Scrollando qua e la, c'è una foto che sta facendo il giro del web: quella che ritrae le due signore della moda insieme, fianco a fianco, in un raro scatto. Ecco il punto di partenza perfetto per ripercorrere vite, visioni e look di due donne che, al di là delle differenze, hanno più cose in comune di quanto si creda. Per prima cosa sono praticamente le uniche "femmine" al vertice della moda italiana dominata dai maschi, entrambe hanno un cognome che è un brand, tutte e due hanno ereditato dalla famiglia le redini del comando.
Miuccia, milanese doc, intellettuale chic e teorica dell’ugly-beautiful. Donatella, milanese per scelta, icona del glamour iper femminile/femminista e della sensualità audace. Entrambe del Toro (nate a maggio), madri di figli coetanei e instancabili testimonial non solo del marchio per cui lavorano, ma anche di uno stile personale, mai statico, sempre in evoluzione e riconoscibilissimo.
Entrambe hanno patito le pene dell'inferno mantenendo la rotta tra successi e insuccessi, collezione dopo collezione, sempre proiettate in avanti e mai disposte a cedere il passo. Diversità stilistica, sì; due estetiche quasi opposte, certo; ma anche una visione comune su cosa significhi vestire (e ispirare) generazioni di donne e uomini.
E che dire dei look? Miuccia ama gonne ampie, cardigan, twin set e colori che sfidano le palette più classiche. Donatella non rinuncia mai ai tacchi, nero totale, latex e cinture alte in vita. E se il marrone cioccolato è la comfort zone di Prada, il giallo canarino è l'arma segreta di Versace. Insomma: due universi paralleli e affascinanti.
L'acquisizione sarà completata nella seconda metà del 2025. Versace, che era stata venduta a Capri Holdings (Michael Kors) nel 2018 per 2,1 miliardi di dollari, oggi passa a Prada per 1,25 miliardi. Un affare, a fronte di un brand in calo (ricavi -19% nel 2024). Prada finanzierà l’acquisto con un nuovo debito e ha già stanziato altri 250 milioni per rilanciare il marchio.
Nell’operazione, Prada è stata assistita da Citigroup e Goldman Sachs, mentre Capri Holdings si è avvalsa della consulenza di Barclays. Anche questo dettaglio ci ricorda che, oltre al glamour, nella moda oggi si gioca una partita di finanza ad altissimo livello.
A guidare la rinascita di Versace sarà Dario Vitale, dunque, mentre Donatella resterà nel ruolo di brand ambassador. Il gruppo guidato da Miuccia e Patrizio Bertelli punta, dopo il rilancio di Prada e il successo clamoroso di Miu Miu (+84% di vendite nell’ultimo anno) a riportare Versace in utile entro un anno.
Cosa significa tutto questo per il settore? Innanzitutto, un segnale forte: l’Italia vuole giocare da protagonista e confrontarsi alla pari con i colossi francesi. In secondo luogo, un nuovo approccio alla moda attraverso la convivenza creativa e il dialogo tra linguaggi diversi. D'altra parte non possiamo dimenticare che Prada, ormai da anni, condivide la direzione creativa con un altro immenso talento della moda, il belga Raf Simons.
Ed è proprio qui che la "fashion-fusion" tra Prada e Versace diventa emblematica: un equilibrio nuovo tra esigenze creative e commerciali, tra la necessità di rimanere fedeli all’identità dei brand e la sfida di continuare a essere competitivi nel mercato globale. In un momento storico in cui la creatività sembra dover sempre cedere il passo alle logiche del profitto, questa alleanza potrebbe dimostrare che le due dimensioni — quella del sogno e quella della strategia — possono convivere. Anzi, possono rafforzarsi a vicenda.
Miuccia e Donatella lo hanno sempre fatto, a modo loro: una con la riflessione concettuale, l’altra con la teatralità istintiva. E oggi, chissà, potrebbero riaffermare e ricordare al mondo che la moda non è solo questione di vestiti, ma di visione. Sarà un matrimonio felice? Non lo sappiamo. Ma sarà certamente spettacolare. E noi siamo già in prima fila.

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