Il Fashion Show Che Ha Cambiato Il Modo Di Vestire Di Tuo Figlio (e non solo il suo)
- Massimo Porcelli
- 9 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 27 mag

Queste newsletter nascono dall’osservazione: dettagli, word of mouth, articoli, post. Giorni fa, per esempio, eravamo fermi al semaforo osservando un gruppetto di studenti che attraversava: ragazzi, gen z ovviamente, che incarnavano una precisa referencestilistica: giubbotti oversize croppati in vita su jeans delavè (o nero scolorito) larghi e sfilacciati in fondo. Sulla testa cappellini da basket, ai piedi sneakers informi.
Da lì l’idea: eccoci a raccontarvi, un po’ Miranda Priestley, che il look&style del 90% dei ragazzi di oggi deriva direttamente da uno dei momenti più importanti nella storia della moda recente, il mitico, iperbolico, indimenticabile "Mud Show" che Balenciaga ha presentato durante la Paris Fashion Week PE 2023… una sfilata - se ancora le chiamate così - che ha radicalmente cambiato l’estetica e che è la diretta responsabile del fatto che (probabilmente) anche tuo figlio va in giro vestito come un cyborg metropolitano.

Lo show si è svolto in un hangar completamente ricoperto di fango (mud) dove i modelli arrancavano facendosi largo tra pozzanghere e rivoli di pattume. Musica Techno a dare il ritmo a ragazze e ragazzi vestiti come profughi, un po’ zombie di The Walking Dead, un po’ sopravvissuti al fungo nucleare, in una paesaggio apocalittico che rimandava ai territori squassati della guerra in Ucraina. Tutto molto inquietante, per niente rassicurante, men che meno elegante o lussuoso, ma decisamente overcooling.
Dietro tutto questo c'era (c’è) Demna, profugo georgiano scappato dai cannoni sovietici a Parigi e oggi direttore creativo di Balenciaga che, volenti o nolenti, è il marchio più rappresentativo, influente e dirompente della moda contemporanea.
I tre aggettivi sono appropriati perché ora i ragazzi vestono come Demna aveva predetto, spalando fango sul fashion system, appena due anni fa. La Gen Z ha abbracciato questa estetica perché parla la sua stessa lingua: quella dei meme, dell’ironia e della provocazione. L'orrore della guerra, il dolore dei rifugiati, il frastuono di un futuro dispotico in felpe giganti e scarpe esagerate che non sono solo una scelta fashionista, ma piuttosto la necessità di mettere in relazione la moda e il presente, ripensando il concetto di lusso, mescolando alto e basso, bello e brutto, couture e streetwear. Chapeau a Demna che ha fiutato lo zeitgeist e ha fatto il miracolo che ogni couturier vorrebbe fare: vestire una generazione!
Il designer, arbiter elegantiarum della provocazione, cavalca l’onda di un’estetica post-apocalittica e distopica con collezioni che sembrano uscite da un film di fantascienza e con una moda che trasforma l’ansia collettiva in pura estetica da indossare.
La Gen Z (sempre lei, ma un po’ anche noi vecchietti), cresciuta tra crisi ambientali e sociali, tra contraddizioni ormai insanabili, tra trilioni di informazioni, si riconosce in questa narrazione e la traduce nel proprio modo di vestire: colori scuri, capi larghi, silhouette informi, trasandate e volutamente brutte.
Ora... nulla di nuovo, per carità. Abbiamo avuto i Mods, i Punk, i Grunge e ora tocca a Balanciaga e ai suoi devoti fan.
Anche se gli studenti di cui sopra non sanno nulla di Balenciaga, di ciò che è stato in passato, di ciò che è oggi e di tutto quello che vi abbiamo raccontato. Loro indossano repliche di repliche di repliche di quello che Demna ha infangato esattamente due anni fa… ma tant’è, questo è il senso e il miracolo della moda.
*) se non riesci a visualizzare il video vai su Youtube e cerca "Balenciaga Mud Show"
Microsoft è stata davvero molto cool nello scegliere il nome del suo primo chip quantistico con qubit topologici: Majorana1 riporta subito alla mente il gruppo di giovani scienziati italiani che negli anni '30 rivoluzionò il mondo della fisica nucleare e che per questo sono ricordati come i Ragazzi di via Panisperna.
Tra loro c’era Ettore Majorana, un fisico straordinario, tanto brillante quanto schivo. I suoi studi sui fermioni – particelle che sarebbero la propria antiparticella – sono oggi alla base dei qubit topologici. Ma la sua fama è anche legata al fatto che nel 1938, all’età di 31 anni, sparì misteriosamente durante un viaggio in nave da Palermo a Napoli. Nessun corpo, nessuna spiegazione. Solo un biglietto d’addio e un alone di leggenda che ancora oggi intriga storici e scienziati. Ettore non era l’unico scienziato in famiglia. Suo zio Quirino fu un fisico sperimentale di primo livello, con studi sulla gravità e sull’elettromagnetismo. Era così geniale che persino Einstein lo citò nei suoi lavori
Il gruppo di fisici guidato da Enrico Fermi che lavorava nel Rione Monti fu responsabile di scoperte fondamentali per l’energia nucleare. Proprio qui, nel cuore di Roma, vennero condotti esperimenti che portarono alla fissione nucleare, cambiando il corso della storia.
Oggi, il nome di Majorana è legato a una nuova rivoluzione, quella dell’informatica quantistica. Chissà se, da qualche parte, avrebbe sorriso nel vedere il suo nome associato a una tecnologia del futuro. Oppure, forse, lui lo sapeva già.

Che Fine Ha Fatto L'Heritage?
E, a proposito del senso della moda, che fine ha fatto l’heritage? Eh sì, perché in mezzo a quel circo che è il fashion system, con i suoi direttori creativi che vanno e vengono, chissà cosa ne pensano Cristobal, Gabrielle, Christian, Elsa, Hubert, Azadine di come sono cambiati e di cosa sono diventati i gloriosi atelier che hanno fondato.
Provate ad entrare nel sito di uno a caso dei grandi brand che hanno fatto la storia della moda e sono ancora vivi e vegeti. Beh, la prima cosa che troverete è una sfilza di prodotti e prodotti e prodotti ben incasellati nell'immancabile e-commerce.
Ma, se per caso cercate un riferimento alla storia del brand, una biografia del fondatore o una galleria degli abiti più famosi dovrete scrollare, cliccare, saltare di pagina in pagina e non è detto che troviate sufficienti informazioni. Come dire che fra vent’anni nessuno saprà nulla di Demna e del suo Mud Show.
Questo non è un bene, né per noi che acquistiamo, né per i brand che producono perché l’heritage è il DNA della moda e contiene tutte le informazioni genetiche fondamentali per il suo sviluppo.
Se siamo disposti a spendere molto per indossare un brand che è cool e fa status, ma poi sappiamo poco o nulla su ciò che esso ha rappresentato e quale sia stata la sua storia beh… forse abbiamo un problema!
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