Met Gala 2025: "Superfine" o Super Flop?
- Massimo Porcelli
- 13 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 6 ore fa

Quest’anno Anna si gioca tutto in una serata. Ovviamente stiamo parlando di Miss Wintour e la serata in questione si sta celebrando proprio mentre scriviamo: il Met Gala 2025, l’evento più modaiolo e mediatico dell’universo che si svolge sempre il primo lunedì di maggio. Tutto nella norma, a quanto pare, se non fosse che mai come quest’anno il red carpet che avvolge l’imponente scalinata del Metropolitan Museum sarà testimone di un evento memorabile o di un irrecuperabile pasticcio.
Eh sì, perché già da tempo il Gala è in sofferenza: dopo fin troppe critiche, polemiche, defezioni e una ricca dose di sarcasmo, Anna ha capito l’antifona e quest’anno promette faville, scegliendo un dress code e un tema per la mostra quanto mai concettuale, inaspettato e divisivo. O la va o la spacca!
Nel caso vi fosse sfuggito (se ne parla da mesi) “Tailored for you” è il dress code della serata, per cui tutti gli invitati sono gentilmente pregati di presentarsi abbigliati in modo da, detto in linguaggio modaiolo, “celebrare la sartorialità come forma di espressione individuale, ispirandosi alle estetiche afro-discendenti che hanno fatto della moda maschile dei gentiluomini di colore, un linguaggio di resistenza e presenza culturale”. Corbezzoli… direte voi.
E non è tutto: il Met Gala è anche la serata di inaugurazione della mostra organizzata dal Costume Institute che quest’anno si intitola: “Superfine: Tailoring Black Style” ed è dedicata al Black Dandyism.
Ciò significa che, nel caso foste stati invitati, avreste dovuto scegliere una mise ispirata ai Black Dandy, gentiluomini di colore che, tra XVIII e XIX secolo, nelle società coloniali europee e post-schiaviste (Caraibi, Stati Uniti, Africa occidentale), decidono di indossare abiti occidentali eleganti — direttamente ispirati alla moda dei dandy inglesi e francesi — per affermare status, dignità e presenza sociale. I Black Dandy riprendono il modello di Beau Brummell arricchendolo di una carica politica e simbolica molto profonda: vestirsi bene, per loro, è un modo per sfidare il razzismo sistemico e affermare il proprio valore (di uomini di colore) in spazi ostili. Non si limitano a indossare abiti belli. Costruiscono un’identità radicale attraverso lo stile. Non chiedono il permesso: si presentano. Non elemosinano spazio: lo occupano. Sono maschili, ma elegantemente fluidi. Sono classici, ma anche pop. Sono, soprattutto, liberi.
Curata da Andrew Bolton e da Monica L. Miller, autrice del fondamentale “Slaves to Fashion”, la mostra rimarrà aperta fino al 26 ottobre per parlarci di classi sociali, razza, genere, mobilità e potere. Un’analisi, mai tentata in precedenza, del modo in cui il Dandismo Black — ora sobrio, ora spettacolare — ha scardinato le gerarchie sociali, sovvertendo i codici dell’eleganza occidentale e riscrivendoli in chiave politica ma anche poetica.
Detto questo, è chiaro che Anna ha rimescolato le carte in tavola: basta con gli abiti da favola, i fiori, i volant, l’alta moda e i couturier, porte aperte agli intellettuali di Harlem, agli outfit teatrali delle Ball Room queer, allo streetwear di Africa Bambaataa e al vintage concettuale di Dapper Dan. Per il 2025, la zarina di Vogue ha puntato tutto sulla provocazione nel tentativo (calcolato) di riportare un po’ di significato nel grande circo della moda. Che il buon Dio l’aiuti!
Tornando al Met Gala 2025, occhi puntati su Lewis Hamilton, A$AP Rocky, Pharrell Williams e Colman Domingo — co-chair della serata nonché moderni Black Dandy a tutti gli effetti — che faranno gli onori di casa con abiti che, si spera, racconteranno storie e non solo tendenze. Per il resto, vedremo dappertutto, per giorni e giorni, chi c’era e com'era vestito. Noi cercheremo in tutti i modi di fare un salto a NY per vedere la mostra mentre a tutti voi consigliamo il bellissimo catalogo da acquistare on line che è anche un perfetto coffee-table book da esporre in salotto.
Met Gala 2025: 10 Cose Che Dovreste Sapere...
Il primo Met Gala fu organizzato nel 1948 da Eleanor Lambert, celebre pubblicista di moda americana che ha inventato anche la lista dei Best Dressed e la New York Fashion Week.
L’evento nasceva come una semplice cena di beneficenza per raccogliere fondi, il biglietto costava 50 dollari e gli ospiti erano pochi e ben selezionati.
Oggi i prezzi non vengono dichiarati, ma si vocifera che lo scorso anno l’ingresso sia arrivato a 75.000 dollari. Un tavolo da 10 persone arriva fino a 350.000 bigliettoni. Ma non illudetevi: non basta pagare. La lista degli invitati è redatta da Anna in persona che supervisiona ogni posto a sedere, ogni assegnazione, ogni silhouette.
L’edizione 2023 ha raccolto circa 17,4 milioni di dollari: un record assoluto ma la cifra varia ogni anno. L’evento è la principale fonte di finanziamento per il dipartimento di moda del museo che non riceve fondi pubblici.
Invitati totali: circa 450, tra cui moltissime celebrities che siedono ai tavoli acquistati dai più importanti brand di moda. I belli e famosi non pagano, quindi, ma Anna si aspetta un piccolo contributo alla nobile causa.
Regole ferree: niente telefoni, niente selfie. Vietato fumare, ma Rihanna è stata beccata in bagno con una svapo e rimproverata severamente. Età minima: 18 anni. E se rompi le regole, sei fuori per sempre (a meno che tu non sia Rihanna).
Alla domanda: ““Chi non inviteresti mai più al Met Gala?” Anna ha risposto secca: “Donald Trump”.
Dal 2021 il menu della cena è totalmente vegetariano per ridurre l’impatto ambientale (uhmmm… molto green washing) e per rappresentare meglio le nuove tendenze alimentari.
Tutto inizia alle 18:00, i super ospiti arrivano verso le 20:00, alle 23:00 tutti a nanna (si fa per dire… ci sono tantissimi afterparty non ufficiali dove ci si diverte davvero).
Due Met Gala fa Kim Kardashian ha indossato l’abito originale con cui Marylin cantò “Happy Birthday Mr. President”. E lo ha rotto perché le stava stretto. Lei sì che andrebbe bannata for ever and ever.
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