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Storia Di "S" Che Trasforma Lo Spettacolo In Moda (E La Moda In Spettacolo)

Aggiornamento: 4 giorni fa



E’ opinione diffusa che, edizione dopo edizione, il Festival della Canzone Italiana si sia trasformato in una vera e propria "Sanremo Fashion Week". Anche stavolta, non solo di canzoni si è trattato ma (e soprattutto?) di outifit, vestiti, look e via dicendo. I cantanti non facevano in tempo a completare l’esibizione che i social esplodevano in commenti, indiscrezioni e giudizi pronti ad osannarli o distruggerli definitivamente. E dietro tutto questo si intravede la vibrante aura dello Stylist ("S" per gli amici), il deus ex machina che trasforma la moda in spettacolo e lo spettacolo in una sfilata di moda.

 

Erano tempi di suprema eleganza quando la gran diva e il talentuoso couturier creavano il sodalizio: Hepburn-Givenchy, Kelly-Dior, Gardner-Sorelle Fontana. Ora siamo in un’epoca di sconsiderata isteria in cui la celeb è fuori di testa per i troppi impegni mondani e lo stilista è così preso a salvare il posto di lavoro da non aver tempo per le clienti. Ed ecco che il sodalizio diventa un terzetto grazie a “S”, figura carismatica di incerta provenienza, che null’altro deve fare se non creare la giusta connection tra i due.

 

Null’altro? Fosse facile! La celeb è super altezzosa e non indossa la prima cosa che capita: valuta la "vibe" della casa di moda, la riconoscibilità del marchio e, tra mille proposte, sceglie. D’altra parte lo stilista è molto schizzinoso e non è che si conceda così, su due piedi: valuta l’importanza dell’evento, la visibilità della celeb e, dopo mille richieste, si concede. 

State entrando nel meccanismo? Iniziate a immaginare le funamboliche piroette che “S” deve fare per mettere tutti d’accordo, salvare la faccia e portare a casa il risultato?

 

E’ tutta questione di previsione e lungimiranza: “S” conosce le tendenze che verranno, intuisce le aspettative della celeb, immagina le richieste dello stilista e cuce tutto insieme in un patchwork che ha precisi obiettivi: trasformare l’artista in un’icona di stile, rendere il brand ancor più desiderabile e ricevere l’approvazione di tutti noi che vediamo, scrolliamo e giudichiamo.

 

Un abito indossato dal cantante di turno per tre minuti in streaming tv vale moltissimo: migliaia di foto pubblicate ovunque, milioni di like, trilioni di commenti che fissano il ricordo e creano il mito. Tutto a costo (quasi) zero se paragonato alle classiche compagne pubblicitarie. Per questo “S” è diventato il nuovo guru della moda: dalla retroguardia muove le leve dello stile e della comunicazione gestendo un potere enorme.

 

“S” è un furbacchione e sa bene che la discrezione è tutto. Meglio non farsi notare per non offuscare la fama della celeb e per non indispettire la casa di moda. Da poco se ne sente parlare e lui ama circondarsi da un alone di mistero che rende tutto più cool.

 

Le grandi dive di ieri avevano amici, consiglieri e cicisbei cui affidarsi, le moderne celeb vivono in una continua e sfiancante sovraesposizione: l’immagine è tutto e un buon consiglio non basta più, c’è bisogno di “S” che con professionalità e instancabile solerzia scova l’abito giusto, abbina l’accessorio che fa la differenza, stordisce parrucchieri e truccatori, sferza fotografi e pr, sospinge la celeb sotto i riflettori e tira un sospiro di sollievo solo quando arriva l’applauso scrosciante, che non è né per lui, né per tutto ‘sto sbatti, ma questo è lo show/fashion biz e va bene così.




A Proposito Di Connection Spettacolo / Moda


Tanto per dirne una: durante la quarta serata del Festival, Mahmood è salito sul palco con un colpo di genio sartoriale: un pezzo della Collezione Artisanal SS 2020 di Maison Margielafirmata da John Galliano. Non parliamo del classico completo elegante adatto all’occasione, ma di un capo che incarna tutto lo spirito (de)costruzionista, teatrale e geniale che unisce Margiela a Galliano. Cuciture a vista, struttura sovversiva con effetto oblò nude look, la quintessenza del cool, quel tipo di outfit che grida “so di avere stile”.

 

E qui entra in scena Lisa Jarvis, la stylist che ha reso possibile tutto questo. Da tempo artefice dei look di Mahmood, Lisa è la mente dietro l’equilibrio perfetto tra eleganza e innovazione che il cantante “veste” con una naturalezza disarmante. Lei sa esattamente cosa funziona su di lui ed infatti gli ha fatto indossare una “tuta gold” difficile da dimenticare. 

 

Nel caso di Sanremo, la connection Mahmood/Margiela è stata un messaggio chiaro: niente convenzioni, solo arte, moda e personalità. E così Mahmood, con Lisa Jarvis al suo fianco e Maison Margiela sulle spalle, ha ribadito ancor una volta di essere un’icona.



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