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Kakebo: L'Esercizio Mindfulness Che Fa Bene Al Conto In Banca

Aggiornamento: 27 mag



Non è questione di essere cicale o formiche. Non è neanche questione di essere o no Becky Bloomwood*. Il fatto è che anche voi, come noi, avrete sicuramente provato, almeno una volta, l’orribile sensazione di cliccare su “visualizza estratto conto” e chiedervi attoniti che fine abbiano fatto tutti i vostri soldi.

 

Se la vostra personale bilancia economica pende dal lato sbagliato sappiate che direttamente dal Giappone - dove hanno un metodo per tutto - arriva il Kakebo, il diario segreto delle finanze che aiuta a rimettere in riga i risparmi… e non solo! Una sorta di confessionale per il portafoglio dove spese, spesone e spesucce vengono registrate con metodo scientifico.

Il diario Kakebo è suddiviso in schede perfettamente organizzate deve ogni singolo scontrino va incasellato in categorie ben precise: spese essenziali (affitto, supermercato, bollette... roba noiosa ma indispensabile); optional (cinema, cene, apericene e gozzoviglie); cultura e tempo libero (libri, corsi, concerti: perché siamo multitasking oltre che shopaholic); extra (ciò che non avremmo proprio dovuto comprare ma…).

 

Una volta registrato tutto avrete la verità nuda e cruda. Quanto avete speso. Come avete speso. Perché avete speso. E, orrore, quanti soldi vi restano effettivamente. Scrivere a mano ogni singola spesa su un apposito diario non è solo un metodo per tenere tutto sotto controllo, ma anche un modo per prendere consapevolezza di come spendiamo i nostri soldi.

Il Kakebo non è solo contabilità, è un vero e proprio esercizio di mindfulness. In Giappone, infatti, il risparmio non è visto come una punizione divina, ma come un’arte. In più, i giapponesi sostengono che questo metodo aiuti a ridurre l’ansia finanziaria: insegna a non avere paura di guardare l’estratto conto, a non farsi prendere dal panico a fine mese e a smettere di giustificare acquisti improbabili con il classico "effetto lipstick"**.

 

Ops! Un dubbio si fa strada… ma il Kakebo si compra? E quanto costa? Beh, tutto ha un prezzo e questo piccolo investimento potrebbe essere il primo passo verso una futura stabilità economica. Su Amazon o da Feltrinelli potrete trovare il kakebo dei vostri sogni a circa 10 euro. Se poi siete davvero in bolletta provate a scaricare la versione gratuita in pdf. Oppure potrete investire in una App, ma ci dicono sia meglio usare carta e penna.

 

L’importante è provare e seguire il metodo con impegno e costanza, altrimenti il Kakebo diventerà l’ennesima cosa comprata con entusiasmo e abbandonata nel cassetto… un'altra spesa extra di cui ci sentiremo in colpa per il resto dei nostri giorni.

 

Good to know:

*) Becky Bloomwood è l’esilarante eroina del best seller “I love shopping” che nel 2000 ha consacrato la sua autrice, Sophie Kinsella, paladina delle spendaccione di tutto il mondo. Tra ironia, humor e un tocco agrodolce Becky e molto più simile a noi di quanto vorremmo ammettere

 

**) L' Effetto Lipstick è una teoria marketing secondo cui il consumatore medio che non può permettersi beni di lusso tende a rifugiarsi in acquisti mordi e fuggi che appagano il suo desiderio di possesso. Le statistiche lo dimostrano: nei momenti di crisi, i rossetti si vendono molto di più!




Tsundoku: l’Arte Di Accumulare Libri Che Non Leggeremo Mai


E, a proposito di spese fuori controllo, vogliamo parlare di tutti quei libri che abbiamo comprato ma non abbiamo ancora letto? Se avete anche voi una pila di volumi che vi fissa con aria di rimprovero perché si sente abbandonata, beh, a quanto pare siete, come noi, maestri dello Tsundoku, l’arte giapponese di comprare libri per il puro piacere di possederli… senza necessariamente leggerli.

 

Siamo in buona compagnia: Virginia Woolf possedeva oltre 4.000 volumi e la famosa biblioteca di Kaiser Karl annovera più di 300.000 volumi in una collezione che è di per sé un’opera d’arte,

quindi, senza voler ambire così in alto, possiamo serenamente ammettere che compriamo troppi libri perché siamo vittime del F.O.M.O. (Fear Of Missing Out), la sindrome 3.0 che spinge a impossessarsi di tutto ciò che è cool e di cui tutti parlano. Forse così ci sentiamo più intelligenti e più fighi…e poi ammettiamolo, i libri arredano benissimo e su Instagram fanno un figurone.

 

Lo Tsundoku parla chiaro: avere tanti libri (non letti) è segno di curiosità infinita (non di fallimento), basta assaporare senza sensi di colpa il piacere di scegliere il libro giusto al momento giusto. Lo leggeremo? Non lo leggeremo? Chissà.

 

Sì, non è il modo migliore di curare i nostri risparmi, ma la regola d’oro dello Tsundoku è semplice: alla fine, non importa quanti libri abbiamo accumulato, ma come ci fanno sentire. Se ci piacciono, se hanno una bella copertina, un buon odore e una elegante fascetta che li abbraccia conserviamoli con orgoglio. Se invece ci stressano, regaliamoli con gioia. Ogni libro che compriamo è una promessa di futuro che facciamo a noi stessi. E chi non ama investire in un futuro pieno di storie meravigliose?



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